I disturbi del comportamento alimentare
I disturbi del comportamento alimentare sono purtroppo molto diffusi: questi disturbi modificano le abitudini alimentari e provocano continua preoccupazione per il proprio peso e eccessiva attenzione per l’aspetto del proprio corpo. Già questo fa intuire che l’età in cui cominciano a manifestarsi, è normalmente l’adolescenza e che le donne ne sono maggiormente colpite. Nelle società occidentali infatti, soprattutto negli ultimi decenni, c’è stata un’attenzione e un interesse quasi morboso nei confronti del corpo femminile, che spesso viene forzatamente adeguato all’immagine di bellezza imposta dalla moda e dai mezzi di comunicazione di massa; soprattutto le ragazze giovani sono soggette alla paura di dover apparire sempre belle e alla preoccupazione di non essere all’altezza o di non essere accettate.
I comportamenti che devono destare preoccupazione sono ovviamente i cambiamenti delle abitudini alimentari, cioè la restrizione dell’alimentazione o al contrario l’assunzione di grande quantità di cibo in poco tempo e senza controllo; oltre a questo, ci sono le pratiche per il controllo del peso come il vomito autoindotto, l’assunzione incontrollata di lassativi e/o diuretici o la continua attività fisica.
Che si tratti di anoressia o di bulimia, soffrire di un disturbo alimentare pregiudica la serenità e il benessere fisico: l’aspetto del corpo diventa un’ossessione, ci si sente sempre grassi e brutti, qualsiasi momento della giornata legato al cibo diventa motivo di fortissima ansia, perfino il pasto con i famigliari o una festa con gli amici!
In pochi chiedono aiuto: non è facile riconoscere di avere un problema, proprio perché dimagrire viene comunemente associato al benessere e alla bellezza. In genere sono i familiari, gli amici ad essere i primi ad accorgersi del disturbo di una persona cara, proprio perché spaventati dal suo improvviso calo di peso; spesso però chi ha un disturbo alimentare non vuole essere guardato, perché si vergogna, e non sopporta di ascoltare considerazioni, preoccupazioni, giudizi o apprezzamenti sul proprio aspetto fisico; così il problema viene ancora negato, nonostante ogni evidenza! E l’aiuto proposto viene rifiutato…
E allora chi soffre di Anoressia o di Bulimia Nervosa si rivolge ad un terapeuta molto tempo dopo l’insorgenza del disturbo… Diventa fondamentale allora accogliere in modo non giudicante, creando un ambiente sereno in cui la vergogna non diventi causa di abbandono precoce della terapia; si deve poi cercare una collaborazione e un sostegno discreto e non invadente da parte dei famigliari e cooperare con tutti gli altri professionisti che possono aiutare a correggere le credenze e gli atteggiamenti patologici riguardo al cibo e al peso corporeo e a ristabilire gradualmente le corrette pratiche alimentari. Non è facile curare il dolore che non si vede di chi ha difficoltà ad alimentarsi, ma bisogna provare con impegno e professionalità a nutrire di cura, attenzione, affetto, comprensione, tenerezza e competenza chi è divorato da una disperata fame d’affetto e di accettazione.
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