La depressione
È frequente confondere un periodo di tristezza con la “depressione” che è un disturbo grave del tono dell’umore. È però altrettanto vero che i sintomi della depressione non sono a volte così evidenti, neanche a chi ne soffre, che può invece attribuire semplicemente le cause del suo stato di malessere a stanchezza, stress, problemi lavorativi, familiari o di coppia. C’è chi infatti preferisce attribuire lo stato del proprio umore a fattori esterni che desidera cambiare e non a fattori interni, che è più difficile e impegnativo modificare.
Chi soffre di vera e propria depressione ha un tono dell’umore basso, cioè, una grande tristezza frequente e non prova più piacere nelle attività che prima lo appassionavano. Anche i pensieri sono sempre negativi e il male di vivere gli impedisce di godere di qualsiasi evento o relazione. Oltre a questa tristezza frequente e duratura, bisogna inoltre stare attenti che contemporaneamente non si osservino variazioni significative nel proprio peso o nella qualità del sonno, nella sensazione di stanchezza o nella concentrazione; possibili sintomi della depressione sono anche un rallentamento motorio o, all’opposto una significativa agitazione; forti sensi di colpa, svalutazione di sé e idee di suicidio completano un quadro già drammatico.
Tutto questo, se da una parte insegna a non chiamare qualsiasi tristezza con il termine di “depressione” e a non chiamare “depresso” qualsiasi essere umano un po’ giù di morale, dall’altra insegna a non sottovalutare alcuni dei sintomi prima elencati che, soprattutto se osservati contemporaneamente, devono creare allerta, prima che la situazione degeneri. Spesso infatti anche chi vive accanto a una persona depressa si accorge tardi dello stato di salute del proprio caro o lo sprona semplicemente a reagire, a sforzarsi, senza rendersi conto che questo, oltre che essere un incitamento inutile (è come dire a chi ha una gamba rotta di correre veloce!), è controproducente perché produce nuovo senso di colpa e di inefficacia.
L’atteggiamento migliore è invece quello di aiutare gradualmente e in modo non giudicante la persona depressa a riprendere almeno alcune delle proprie attività, e soprattutto convincerlo a rivolgersi a uno psicoterapeuta per cominciare una psicoterapia e, nei casi più gravi anche a uno psichiatra per avere un’efficace terapia farmacologica. Quando i ladri svaligiano casa, l’allarme suona in modo fastidioso e insistente; bisogna sicuramente e immediatamente spegnere l’allarme, ma questo non elimina il problema: impedire ai ladri di entrare in futuro! Fuor di metafora: i sintomi della depressione sono fastidiosi e compromettono seriamente la qualità della vita; vanno spenti con i farmaci, senza alcun dubbio. Rimane però da indagare perché l’allarme ha suonato e come i ladri hanno trovato una via di accesso per minacciare la nostra casa, cioè la nostra serenità e la nostra intimità. Alla ricerca e alla soluzione di queste cause più remote e più nascoste bisogna addentrarsi con la psicoterapia in alleanza solida tra psicoterapeuta e paziente.
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