Orientamento sessuale!
I tre concetti di sesso assegnato, identità di genere e orientamento sessuale sono fondamentali per comprendere la complessità dell’identità umana. Sono spesso confusi o sovrapposti, ma rappresentano aspetti distinti della nostra esperienza. È necessario fare chiarezza perché troppo spesso queste dimensioni vengono confuse e sovrapposte, creando pregiudizi, disagi, sofferenze e polemiche evitabili e inutili.
Parto dalla questione apparentemente più semplice: Il sesso assegnato alla nascita, che si riferisce alla categorizzazione di una persona come maschio o femmina (o, in rari casi, intersex) basata su caratteristiche fisiche osservabili al momento della nascita, come genitali esterni, ma anche sui genitali interni e sui cromosomi. Questo assegnamento si basa sulle caratteristiche biologiche, si manifesta dopo i primi mesi di vita del feto e viene solitamente registrato nel certificato di nascita.
È importante notare che il sesso assegnato alla nascita si basa su un’interpretazione medico-sociale del corpo, che non è semplice e banale perché una percentuale della popolazione mondiale tra l’1 e il 2 per cento si trova in una condizione di intersessualità, una condizione biologica in cui una persona nasce con caratteristiche sessuali (come genitali, cromosomi, ormoni) che non si adattano perfettamente alle definizioni tipiche di maschio o femmina. In altre parole, una persona intersessuale potrebbe avere una combinazione di caratteristiche fisiche che sono comunemente associate sia ai maschi che alle femmine, o potrebbe avere caratteristiche che non rientrano facilmente in nessuna delle due categorie. L’intersessualità comprende una vasta gamma di condizioni in cui lo sviluppo sessuale di una persona non rientra nelle definizioni tipiche di “maschio” o “femmina”. Queste condizioni possono riguardare i genitali, i cromosomi, le gonadi (ovaie o testicoli) o i livelli ormonali. Queste caratteristiche biologiche possono combinarsi negli esseri umani in maniera variabile e determinare quindi femmine assegnate alla nascita, con tratti e caratteristiche virili e uomini assegnati alla nascita con tratti e caratteristiche femminili.
Lasciando perdere la curiosa e varia casistica delle condizioni di intersessualità, mi interessa far notare come in natura (molte piante, lombrichi, chiocciole, alcuni pesci ecc.) sia presente l’ermafroditismo di esseri viventi con organi riproduttivi funzionali di entrambi i sessi, e come tra gli esseri umani l’intersessualità descrive una gamma ancora più ampia di variazioni nelle caratteristiche sessuali. Le persone intersessuali possono avere combinazioni di caratteristiche genetiche, anatomiche e ormonali che non rientrano nelle categorie standard di “maschio” o “femmina”, ma non necessariamente possiedono organi riproduttivi funzionali di entrambi i sessi.
La vita umana è sempre caratterizzata da un continuum e non da una rigida opposizione binaria e tra gli estremi maschio – femmina ci sono in natura diverse condizioni intermedie non facilmente attribuibili a categorie. Ma la vita non è fatta di categorie: è un flusso continuo! L’uomo per semplificare ha bisogno di categorie. Ma semplificare la complessità della vita non è sempre un bene… Anzi!
A differenza del sesso assegnato alla nascita, legato a fattori biologici evidenti e visibili o meno, l’identità di genere è il senso intimo e profondamente sentito di una persona riguardo al proprio genere, che può essere maschile, femminile, una combinazione di entrambi, nessuno dei due, o un genere diverso da quello assegnato alla nascita. L’identità di genere è un aspetto psicologico e sociale piuttosto che biologico. Quindi una persona a cui è stato assegnato il sesso femminile alla nascita potrebbe identificarsi come donna, ma anche come uomo, sentirsi addirittura non-binaria, cioè né uomo né donna. Lo stesso potrebbe capitare per una persona a cui è stato assegnato il sesso maschile alla nascita. L’identità di genere può quindi corrispondere o meno al sesso assegnato alla nascita. Anche qui nessuno scandalo: identificarsi in un maschio o in una femmina e comportarsi culturalmente secondo gli stereotipi della propria società di appartenenza è una condizione fluida da sempre: è noto come il colore rosa fosse un colore tipicamente maschile fino alla metà dell’800 ed è facilmente comprensibile che essere femmine nel Giappone del 1300 è totalmente diverso che essere femmina nel Giappone o nell’Iran degli anni Duemila! Ed identificarsi al genere femminile oggi in un paese dell’entroterra sardo, è diverso da vivere come donna per le aspettative e le richieste della comunità umana di New York o di un villaggio del Mozambico. L’identità di genere cioè è legata al tempo e allo spazio, è una scelta e non è determinata dalla biologia, è comprensibilmente variabile, perché non è scontato; a volte infatti non è facile accettare di appartenere al genere maschile o femminile con tutto ciò che questo comporta per un individuo dal punto di vista delle aspettative, delle richieste e degli obblighi sociali, nonché dell’accettazione di sé e del proprio corpo.
Diverso e distinto sia dal sesso assegnato che dalla questione del genere è l’orientamento sessuale che si riferisce all’attrazione emotiva, romantica e/o sessuale che una persona prova verso altre persone. L’orientamento sessuale è indipendente dal sesso assegnato alla nascita e dall’identità di genere. Può includere attrazioni verso:
- Persone di genere diverso (eterosessualità),
- Persone dello stesso genere (omosessualità),
- Più generi (bisessualità o pansessualità),
- Nessuno (asessualità),
L’orientamento sessuale è generalmente considerato una condizione biologica, risultato di una complessa interazione di fattori che influenzano l’attrazione romantica o sessuale di una persona verso altre persone dello stesso sesso, del sesso opposto o di entrambi i sessi. Studi hanno mostrato che l’orientamento sessuale può essere influenzato da fattori genetici. (i gemelli omozigoti hanno infatti una maggiore probabilità di condividere lo stesso orientamento sessuale rispetto ai gemelli dizigoti e al resto della popolazione). È stato inoltre ipotizzato che l’esposizione a certi livelli di ormoni durante lo sviluppo fetale possa influenzare ulteriormente l’orientamento sessuale: variazioni nei livelli di ormoni come il testosterone potrebbero avere quindi un ruolo nella determinazione dell’orientamento sessuale. Infine la ricerca si sta orientando anche sull’indagine delle strutture celebrali, ma la ricerca in questo campo è complessa e non completamente risolutiva.
Comunque l’orientamento sessuale NON VIENE SCELTO, le persone non decidono di chi saranno attratte o innamorate; queste attrazioni emergono naturalmente e spontaneamente. L’ambiente in cui una persona cresce (come la cultura, la società e le esperienze personali) può influenzare il modo in cui una persona vive e comprende il proprio orientamento sessuale, ma NON ci sono prove scientifiche che l’ambiente determini l’orientamento sessuale (un padre marginale o debole e una mamma forte e determinata non determinano l’omosessualità del loro figlio!) L’orientamento sessuale NON può essere quindi “cambiato” o scelto. Tentativi di cambiare l’orientamento sessuale attraverso terapie o interventi (note come “terapie di conversione”) sono ampiamente considerati inefficaci e dannosi e uno psicoterapeuta non può proporre e non può condurre terapie di questo tipo!
In conclusione: ridurre la complessità non è utile e non aiuta a spiegare il mondo e la vita. Semplificare può essere confortante e consolante per chi vuole leggere la realtà in modo non problematico illudendosi di capire ciò che non capisce e riportare ogni novità al noto; ma questo atteggiamento è inutile e spesso dannoso e non consente di accogliere tutta la biodiversità presente in natura e accogliere tutte le sfumature di umanità che distinguono le persone
Finisco con un esempio tra i tanti: una persona assegnata femmina alla nascita potrebbe sentirsi maschio, farsi chiamare con un nome maschile ed essere attratto dalle donne (per la sua esperienza è eterosessuale per gli altri è omosessuale). Questo potrebbe interrogarci e anche sgomentarci, ma basta vedere un documentario del National Geographic in televisione o una puntata di Superquark per intuire quanto variegata e multiforme sia la vita sulla Terra; gli esseri umani non fanno eccezione! E sfidare la complessità per tentare di comprenderla e accogliere la diversità e custodirla, è compito di ogni uomo.
Sesso assegnato, identità di genere e orientamento sessuale sono concetti distinti ma interrelati, e ciascuno gioca un ruolo importante nel modo in cui una persona vive e comprende se stessa e le sue relazioni con gli altri.
Cerchiamo di distinguere e capire per accogliere, senza più semplificare. Semplificare è un atteggiamento utile solo per giudicare ed escludere!
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