La salita verso il cambiamento: la fatica, la psicologia e la montagna

In questi giorni di vacanza, circondata dalla bellezza dei paesaggi montani, dai ghiacciai purissimi, dalle immense vallate verdeggianti, dalle Dolomiti aspre e affascinanti, dai ruscelli e dai laghetti in quota con il loro dolce mormorio, ho trovato benessere e ho pensato al benessere, in particolare a quello che la natura, e soprattutto la montagna, può donare.

Le lunghe salite per i sentieri di montagna, quelle stesse salite maledette dai bambini e dai pigri, sono una bella metafora dell’esistenza e un’ottima cura dell’anima: infatti nella fatica, con il sudore, oltrepassando i propri limiti, facendo un passo dopo l’altro, superando gli ostacoli, seguendo il proprio cammino, rispettando il proprio passo, ascoltando il proprio corpo, ognuno conosce tanto di sé e impara tanto degli altri.

Sul sentiero di montagna (e su quello della vita) l’uomo impara a  stringere relazioni significative col gruppo e, allo stesso tempo, impara a sperimentarsi. Ciascuno lotta con la propria fatica e con la propria motivazione al cammino ma, nel caso in cui abbia bisogno di aiuto, il gruppo è pronto a intervenire. Le mutazioni e i cambiamenti che avvengono nell’animo sono capricciosi quanto quelli che avvengono nel terreno, nel panorama, nel meteo, così cangianti nell’ambiente montano.

Non solo: la montagna con le sue difficoltà e le sue fatiche induce anche emozioni negative, proprio quelle che spesso vengono ignorate o negate. Ma proprio in questo  laboratorio “naturale” dell’intimità con il sè, le forti emozioni, i legami che si creano e le interazioni che la montagna fa emergere, permettono all’individuo di sperimentarsi e di conoscersi e di conoscere meglio; si riattivano infatti sistemi motivazionali primitivi che spesso nella realtà di tutti i giorni si tengono sotto traccia.

La motivazione in psicologia è definita come un processo che avvia, guida e mantiene i comportamenti che hanno scopo per un individuo. La motivazione è lo stimolo, cosciente o meno, all’azione intrapresa verso un obiettivo. E la montagna attiva quasi tutti i sistemi motivazionali costruiti intorno ai bisogni di base:

il sistema di regolazione fisiologica, cioè il bisogno di regolazione psichica delle esigenze fisiologiche; il sistema di attaccamento che corrisponde al bisogni di essere accudito; il sistema di affiliazione: il bisogno di appartenere ad un gruppo; il sistema esplorativo: il bisogno di esplorare ed essere assertivi; ma anche il sistema avversivo: il bisogno di reagire avversivamente attraverso l’antagonismo e il ritiro e di essere competitivo con gli altri e con se stessi.

Nel commino della vita come sul sentiero di montagna, e comunque in ogni viaggio, si creano e si consolidano quindi i processi relazionali con il sé, con gli altri e con il mondo, processi che sono alla base dell’umanità di ogni uomo: la necessità di conoscersi sempre di più, di contattare e amare ogni luogo dell’anima, di legarsi agli altri, di dipendere addirittura dall’altro in alcuni momenti.

Per rimettersi in moto, fisicamente e mentalmente!

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