Quando il bambino fa Tik Tok

Tik Tok è una famosissima applicazione nata per la condivisione di brevi video. Gli utenti possono postare i loro video, vedere quelli altrui, chattare con tutti… Difficile mantenere il controllo su uno strumento così diffuso e così potente: spesso i genitori non sanno come vigilare sul proprio figlio che chatta su Tik Tok. Il profilo di chi posta video è infatti visibile a tutti; ogni bambino può visualizzare un numero praticamente infinito di video, alcuni molto curiosi e accattivanti, provenienti da tutto il modo, ed essere quindi esposto alla visione di contenuti poco adatti alla sua età oltre che essere attirato a contattare persone sconosciute ma popolari. Si aggiunga poi l’opportunità per i più giovani di costruirsi una propria identità virtuale lontano dagli occhi degli adulti, usando modalità originali e creative, anche senza avere capacità di video-editing o doppiaggio e mostrarla ad un pubblico molto vasto: questo offre al bambino, o al preadolescente, la possibilità di definirsi in qualche modo per la prima volta nella vita, costruendosi in maniera autonoma dei tratti di personalità virtuale che possono essere visti e apprezzati da molti: il bello di sentirsi grandi e di essere visti come individui per la prima volta nella vita!

Chi posta il suo breve video su Tik Tok cerca una performance perfetta in pochissimi secondi. La danza o il canto smettono quindi i essere un gioco in cui si può sbagliare e scherzare; chi vuole postare il video cerca con un atteggiamento severo e nervoso di essere perfetto, di essere migliore di altri, di ottenere maggiore popolarità e visualizzazioni. Il corpo si trasforma in un oggetto, il bambino o il ragazzo in un manichino, che deve atteggiarsi senza divertirsi per esporre se stesso sul palcoscenico virtuale alla ricerca di visibilità e successo. L’esposizione un po’ narcisistica di sé, la voglia di mostrarsi, di destare approvazione, di essere considerato e ammesso all’interno di un gruppo sono elementi che attraggono tantissimo e rischiano di intrappolare nella rete della rete molti minori.

Chi guarda l’applicazione poi si sottopone ad un continuo scorrimento di video diversissimi. Tik Tok è molto più affascinante per i bambini degli altri social, anche di Youtube; ha infatti caratteristiche molto dinamiche per il flusso continuo di immagini, musica e di video di danza che muovono e fanno muovere il corpo, per i video di musica orecchiabile e accattivante, per i video con tutorial su ogni tipo di attività che vengono proposti in modo automatico, uno dopo l’altro, senza pause. La home page di Tik Tok è sempre mobile, lo scorrimento è continuo e permette ai bambini e ai preadolescenti di mettere in gioco il dinamismo del proprio corpo-

Soprattutto dopo i periodi di forzato ritiro domestico e di lunghe e noiose ore di didattica a distanza, Tik Tok ha costituito un diversivo e uno spazio di aggregazione. Il problema è che senza le attività settimanali consuete, bimbi e ragazzi hanno guadagnato molto tempo: TikTok riempie anche questo tempo, ma lo uccide, aggiungendo ben poco valore alla giornata per intrattenere in modo passivo, rendendo l’utente oggetto e non soggetto della fruizione di video che si susseguono in modo incessante, inducendo una ricezione spesso passiva. I bambini sono infatti facilmente influenzabili, hanno poca capacità di autocontrollo e non riescono a prevedere le conseguenze e rischi delle proprie azioni.

Chi usa i social e soprattutto usa Tik Tok sviluppa poi un senso forte di appartenenza al gruppo virtuale che induce a presidiare continuamente il proprio spazio e il proprio tempo virtuale per non perdere il proprio ruolo, la propria posizione e la propria identità costruita con fatica; fuori da TikTok, il rischio è quello di sentirsi tagliati fuori dalla comunità virtuale, dal gruppo degli amici pari che continuano a postare, chattare, commentare.

Infine l’aspetto più pericoloso riguarda soprattutto le famose sfide, le challenge che spesso vengono rilanciate da utenti di Tik Tok e che possono riguardare semplici prestazioni di abilità o equilibrio ma anche prove estreme e pericolose con le quali misurare il proprio coraggio: giochi banali o perversi che possono comunque causare anche incidenti gravi e che espongono gli utenti, soprattutto i più piccoli a esperienze che non possono comprendere bene e in contesti e pratiche che li inquietano pur attraendo. Su Tik Tok si cerca così di essere continuamente migliori o migliori di altri. Il rischio è quello di chiedere a se stessi prestazioni o prove pericolose o semplicemente essere insoddisfatti di sé, del proprio corpo, delle proprie capacità, per prendere l’altro come modello irraggiungibile e percepire ansia, insoddisfazione e frustrazione per un sentimento di insufficienza continua.

Per un genitore è allora necessario stabilire delle regole chiare e rigide il prima possibile per evitare che, se tardive, queste regole non vengano accettate, provocando rabbia nel bambino che si sente ingiustamente escluso o limitato da un mondo che per lui è diventato troppo importante e che gli chiede presenza e prestazioni sempre più coinvolgenti.

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